martedì 11 marzo 2008

Buca Nuova è verde!


10 marzo 2008

Alla fine ce l'abbiamo fatta. A cinque anni di distanza dalla prima discesa in Buca Nuova - quando ancora la grotta più profonda di Serenaia era solo uno scivolo di sassi rotolanti che cadevano in un pozzo - ieri siamo andati a colorare le sue acque, per sapere con certezza dove queste vanno a risorgere. Squadra numerosa,ben 7 persone, anche perchè l'ipotesi iniziale era quella di arrivare fino a -500, disarmare circa 100 metri di grotta, e mettere il tracciante a -400, dentro un bel laghetto che sembra fatto apposta per essere colorato. Niente di tutto ciò. Venerdì sera infatti il meteo non era proprio clemente; sul Pradarena nevicava, le Apuane erano immerse in un mare di nuvole minacciose, e la temperatura non era molto bassa, anzi. La condizione "migliore" per ritrovarsi conun mucchio di acqua in grotta, magari con una piena che ti becca nel punto peggiore.... Temendo ciò cambiamo un po' i piani e decidiamo di mettere il colorante a -200, sopra il p.64 (pazienza per le corde, si laveranno con le piene successive). Il giorno dopo, sabato mattina, con una leggera pioggerella che ti inumidisce la capoccia, saliamo lungo la strada per la buca: Sira, Mez, Adriano, Mirko, Daniele e Linda (due speleo livornesi) e il sottoscritto (Marinella questa volta ha deciso di passare....). Dentro i tubolari quasi nulla, a parte 4kg di fluoresceina, 1 bidone da 5 litri con bastone per mescolare, 2 faretti, 1 flash, 1 casco truccato con luce alogena, 3 batterie al piombo, 1 cavalletto, 1 macchina fotografica, un mucchio di guanti da sala operatoria, corde, attacchi, piumini e alto per scaldarsi e ovviamente cibo (come avrete capito la colorazione è stata ampiamente documentata da Conte). Poco prima dell'una entriamo in grotta. Scendiamo i primi pozzi e non sembra che ci sia molta acqua; superiamo la strettoia UDM e arriviamo al traverso (-110). Sotto di noi c'è un P.15 con il primo sifone della grotta. Mez, che si è portato la corda per scendere il pozzo, va giù per primo. Il posto è comodo, non molto spazioso, ma con una discreta quantità d'acqua; e visto che l'acqua c'è, forse anche di più che a -200, ci fermiamo lì e iniziamo le operazioni. Alle 3 del pomeriggio circa cominciamo ad immettere il colorante; operazione lunghissima, lentissima, con tutta la fluo da sciogliere per benino un po' alla volta dentro il bidone apposito e poi versarla nel laghettino cha abbiamo creato con dei sassi. All'inizio facciamo tutti molta attenzione a non sporcarci di colorante, tutti con i guanti, lontani dal verde micidiale, ma dopo un po' non c'è niente da fare, ogni cosa è diventata un po' fluorescente, e le luce dei led fa risaltare il tutto ancora di più. Mirko e Siria sembrano i fratelli di Sherk; Adriano si sposta da una roccia all'altra per trovare la giusta inquadratura per le sue foto, lasciando orme marziane; Mez sta appeso alla corda sperando di non macchiarsi, ma non sono certo ci sia riuscito... Verso le 5 finiscono le operazioni di scioglimento della fluoresceina e per un'altra oretta continuiamo a pulire il verde da tutti gli anfratti dove si è cacciato: nicche, vaschette, scallops, scarponi, orecchie, nasi.... Poi si va fuori. Prima di uscire Adriano va a -200 a vedere se per caso il colorante è già arrivato lì, ma niente, e c'è anche pochissima acqua (abbiamo fatto bene a fermarci prima!). Alle 7 di sera il primo è già fuori dalla grotta.Ha smesso di piovere, non c'è freddo e siamo in mezzo alla nebbia (o alle nuvole) e non si vede a 5 metri! Scendiamo seguendo le orme sulla neve che per fortuna ci guidano al sentiero e poi giù fino alle macchine. Ad Agliano ci aspettano con una cena superba fatta di arrosti e patate, preceduta da pasta al forno e innaffiata con vino rosso... Adesso non ci resta che attendere l'analisi dei primi captori... o il rapporto dei carabinieri sul mistero delle acque verdi apuane.

e come dice il poeta... 'ndo culu alla fluorescenina!

Francesco