lunedì 30 aprile 2007

Di nuovo sull'orlo dell'abisso a Cavatorre


sabato 29 aprile 2007

Il dubbio era: andiamo in grotta o alla festa di Nebbia e Cecile? La risposta è stata: facciamo tutte e due le cose! E così abbiamo fatto. L'infaticabile Mez, l'uomo dai piedi scalzi e dal cuore caldo, propone di passare parte del lungo ponte della Festa dei Lavoratori a... lavorare in fondo a Cavatorre! "Prendo tutti io in magazzino - mi dice - e ci vediamo ad Agliano; siamo io, Siria e tu e Lella, e se vuol venire qualcun altro fallo sapere in giro!" Ok, accettato, ma alla fine mi scordo di metterlo in lista e così venerdì sera siamo solo noi quattro, in una Agliano silenziosa e dal clima primaverile stupendo, con le stelle che punteggiano un bel cielo sereno orlato dal profilo delle montagne.

I primi raggi di sole scaldano in fretta la veranda di Agliano, che comincia a riempirsi di vespe e calabroni dall'aspetto poco rassicurante (bisogna che qualche coraggioso si decida a togliere quei nidi maledetti, per fortuna all'esterno delle vetrate!). Colazione abbondante e sosta dal Vincè per panini e aranciata prima di salire verso Serenaia.

In valle non c'è più un filo di neve e l'ingresso di Cavatorre è finalmente sgombero e agibile. Ci vestiamo e ci prepariamo ad entrare, io e Mez ai lavori duri, a spaccar pietre, e Lella e Siria ai lavori "leggeri", topografia ipogea. Ovviamente i tubolari sono pieni di conseguenza (noi mazzette, trapano batterie, etc.., loro bussola, cordella, quaderno con matita e gomma, e cibo).

La grotta è asciutta come in agosto; non c'è più quella fastidiosa pioggia da scioglimento neve presente all'ingresso e nei primi metri del grande scivolo oltre il primo pozzo. Scendiamo fino a -120, dove la condotta freatica nel marmo si innesta alla via principale della grotta. Qui ci separiamo dalle due topografe e risaliamo lungo il perfetto tubo di marmo fino alla successiva galleria sabbiosa, dove ci aspetta la fessura ventosa da allargare. Un saltino di pochi metri separa le due piccole gallerie, ma la presenza di sassi in bilico in cima a questo pozzetto ci consiglia di pulire un po', e con grande fragore Mez scaraventa giù diverse brutte lame non proprio stabili. Ciò fatto raggiungiamo la fessura, anzi quello che resta della fessura, perchè ormai è larga quanto basta per passarci e lavorare quasi comodamente. Uno, due e tre, quattro, cinque, sei, sette tentativi e poi ogni volta via di mazzetta, scalpello e piede di porco; 30 centimetri, 70, 1 metro, ancora un altro mezzo metro; siamo a 2 metri (che si aggiungono ai 5 già conquistati le altre volte)... "vai che si vede già di sotto"... "rompi quelle lame"... "provo io che sono mancino"... "dammi il cambio che sono stanco"... "ci passo, ci passo! ... metto fuori la testa, non c'è uno scivolo, c'è un pozzo verticale, sarà 10 o 15 metri, e poi c'è una forra tipo Pannè, ma non vedo dove finisce, va sia a monte che a valle; portatemi una corda e il mio discensore...".

Adrenalina alle stelle e nel tentativo di scendere questo tanto agognato pozzo, costato un mucchio di fatica, Mez fa un armo volante alquanto improbabile, dettato più dall'entusiasmo che dalla ragione. Un giro di corda attorno ad un quasi sasso staccato, rinviato sulla mia longe; io incastrato a testa in giù nella strettoia con i piedi allargati che spingono contro le pareti come fossi un nut. "Mez, - gli dico - non è un armo proponibile, scendiamolo la prossima volta che è meglio...." E così è! Intanto sono arrivate anche le topografe, hanno terminato il rilievo e lemme lemme usciamo dalla grotta, dove ci attende una meravigliosa luna piena che illumina la valle a giorno. Appena fuori telefono a Gigi (Martini), che è ad Agliano e ci ha promesso una cena per il nostro ritorno. La cena c'è, bella pronta e fumante, a base di maccheroni alle ortiche, melanzane, zucchine e pomodori grigliati squisiti, pesce azzurro gratinato, vino bianco e pecorino sardo. Di più non si poteva chiedere. E c'è anche il dolce, i resti del mega uovo di pasqua della Nicoletta, lasciato provvidenzialmente in frigo.

Il giorno dopo è tutto un viaggio (in tutti i sensi), perchè ci aspetta la grande festa di Nebbia e Cecile. Non oso raccontarla, ci vorrebbe un altro mail dedicata, anzi ben più di un mail. Avanti scrittori, attori, registi, fatevi vivi!

Francesco

PS per la cronaca: dislivello : -192m, sviluppo: circa 400 metri; direzione: 225° (andiamo verso passo pecore) ; aria: in uscita (a pasqua era ancora in entrata, c'è già la circolazione estiva); prospettive: al solito tante, fino a quando non chiude....

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