mercoledì 21 gennaio 2004

Buca Nuova e la Finestra Temporale



19 gennaio 2004

Piove, a Bologna piove; a Pavia piove, per strada piove, ad Agliano piove. Che andiamo a fare in Apuane io, marinella e Viper se sappiamo già che pioverà per tutto il w.e.? Proviamo ad andare in grotta!Tutto il nostro ragionamento si basa su una teoria di Viper, ovvero LA FINESTRA TEMPORALE. Lui sostiene che il maltempo è diviso tra due perturbazioni che si inseguono a distanza di qualche ora, per cui sabato mattina, tra mezzogiorno e le quattro del pomeriggio dovrebbe smettere di piovere. Questa "finestra" ci permetterà di entrare in grotta.
Per tutta la notte i tuoni e i lampi la fanno da padrone su Agliano e il nord apuano. L'indomani, verso le 12 spunta il sereno (il quasi sereno). Ecco confermata la teoria, quindi si va in buca! Nel frattempo arrivano ad Agliano alcuni bolognesi (Brozzi, Matteo, Jeremy e Susan), i quali, respinti dalla neve che blocca la strada per Go Fredo, si uniscono all'uscita in Serenaia.

La grotta
In valle ha nevicato ancora, anzi ha grandinato, ma non fa molto freddo. Fiumi d'acqua scendono da tutte le parti, da ogni canale, sotto ogni blocco di marmo: e in grotta come sarà? In grotta c'è un casino d'acqua! Stillicidio sul 20, stillicidio alla "Finestra sul Coniglio", cascatella d'acqua sul Pozzo dell'Inquietudine" (P40 che poi è un 50). Doccia abbondante alla prima strettoia allargata e poi, oltre la strettoia UDM, un frastuono di acqua rombante che per fortuna scorre sotto i nostri piedi buttandosi sul P15. Mai vista tanta acqua in buca. Lungo il meandro, al bivio della concrezione, c'è un altro arrivo. Altra acqua viene dal "meandro dei geodi" da dx. Arriviamo in cima al pozzone, battezzato "Il Pozzo che chiudeva nel vuoto" e qui ricomincia l'esplorazione.

L'esplorazione
Viper si prepara a scendere il pozzo. Sentiamo il trapano che lavora: 1 fix, 2 fix, e poi più niente. Il rombo dell'acqua che si precipita per 70 metri è assordante. Per 2 ore stiamo in attesa, io e Marinella. I ragazzi di bologna sono già usciti, dopo aver fatto qualche foto qua e là. Finalmente Viper ritorna. Il pozzo è armato con ben 10 frazionamenti, in fondo c'è una sala e poi un altro pozzo. Questa volta tocca a me, a parto per andare ad attrezzare l'altro pozzo. Vado giù, scivolo (letteralmente) lungo le pareti fangose, poi finalmente si giunge su roccia pulita, ancora qualche frazionamente e atterro su blocchi di frana. Sembra la base del pozzo angel in Pannè, con l'aqua nebulizzata tutto attorno che crea una nebbia impenetrabile. Alla luce dell'elettrico vedo appena il pozzo successivo: un anfiteatro di frana che orla tutto il pozzo, come un gigantesco imbuto. Preparo l'attacco, scarico alcune tonnellate di sassi giù per L'IMBUTO e scendo. Traverso un po' per uscire dai sassi a dall'acqua, e ora la discesa è tranquilla. La corda però non basta, e l'eroico Viper torna a salire il pozzone per andare a recuparere tutto quello che c'è su (attacchi, corde, cordini, etc...) compresa la marinella, da alcune ore sotto il poncho, in versione Collins - missione Apollo 13. Sul più bello, cioè sull'ultimo frazionamento prima del tiro nel vuoto, muore il trapano: batteria finita a metà foro. Porc! acc.!! mad!

Fix corto o Fix lungo
Torno su sperando che ci sia uno spit da qualche parte. Macchè! che si fa? Viper non ha dubbi: fix corto e via! Questa volta scende lui, mette il fix e va giù, ma ...la corda finisce a 1 metro e mezzo dal fondo. Porca vacca, altro giro per recuperare una corda (abbiamo tagliato a martellate uno
spezzone dalla corda che avanzava dal pozzo precedente), e di nuovo giù: nodo nel vuoto e finalmente atterrati. Ci infiliamo in una nicchia in parete, superiamo qualche grosso sasso e la
grotta continua con un meraviglioso meandro fossile, alto almeno 15 metri, largo 3, con mensole a varie altezze che ci permettono di camminare per qualche metro, fino ad affacciarci sul vuoto. Abbiamo finito tutto (120 m di corde, 19 fix, 1 batteria) e non ci resta che fumarci una sigaretta
godendoci l'aria del meandro. Aria??? E già, abbiamo l'aria in faccia! La circolazione si è invertita, a stiamo andando verso un ingresso basso! Non era ancora successo nei marmi di serenaia di incontrare la corrente d'aria opposta! Stimiamo di essere più o meno 300 metri sotto terra, e la
direzione è sempre la stessa (225°).

Il ritorno
Già con la mente a quello che ci aspetta il prossimo w.e., usciamo dalla buca trovandoci immersi in una bufera di neve. Sono le 6 del mattino; i nostri zaini sono sepolti dalla neve che cade copiosamente. Bagnati come pulcini raggiungiamo la macchina, e poi finalmente (anche se a passo di lumaca per la strada innevata) la casa di Agliano. Una bella colazione a base di tortiglioni al sugo e vino del conte e poi a nanna. Piove ancora e piove per tutto il viaggio di ritorno. Ho idea che in tutte le Apuane siamo stati i soli ad andare in grotta con un tempo da lupi, e la sorte ha voluto che "La finestra temporale" esistesse davvero, risparmiandoci un w.e. chiusi in casa.



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